Niccolò Ugo Foscolo (6 de fevereiro de 1778, Zaquintos, Ilhas Jónicas - 10 de setembro de 1827, Turnham Green, Londres, foi um poeta e escritor italiano, um dos principais literatos do Neoclassicismo e do Pré-Romantismo.Ugo Foscolo
Niccolò Ugo Foscolo nacque a Zante (Zacinto), isoletta del mare Ionio dal medico veneziano Andrea e dalla greca Diamantina Spathis, il 6 febbraio 1778. Ha ricevuto la sua prima educazione a Spalato dove il padre è stato nominato direttore di quell'ospedale, frequenta gli studi nel seminario, ma alunno ribelle, ne è scacciato. In seguito alla morte del padre, avvenuta nel 1788, la vedova torna a Zante con i figli, dove si stabilisce in una catapecchia le cui finestre non avevano vetri. Ugo, che ha definitivamente rinunciato al suo primo nome, prende a frequentare caffè e circoli letterari tra cui quello della contessa Isabella Teotochi, amica di Pindemonte, che lo inizia capricciosamente ai segreti dell'amore e che gli è amante per cinque giorni, ma amica per tutta la vita. In quel periodo d’inquieta maturazione, il giovane poeta non sogna soltanto le Muse e le donne, ma si proclama rivoluzionario accostandosi alle idee di Robespierre, Rousseau e di Alfieri. Contemporaneamente frequenta saltuariamente l'Università di Padova dove i consigli del Cesarotti gli rivelano per primi la cupa teatraggine dell'Ossian e dello Young. Maggiore di sei figli, Ugo sente la responsabilità della “paternità fanciulla”. A diciannove anni scrive la sua prima tragedia, "Tieste" che, dopo nove rappresentazioni consecutive a clamor di pubblico, è consacrato autore di successo.Contemporaneamente, comincia il suo percorso politico all'insegna del giacobinismo, nel momento in cui Napoleone inizia ad esportare in Europa le idee della rivoluzione francese. Sempre nel 1797, in onore al popolo di Reggio Emilia che per primo ha accettato le idee rivoluzionarie, scrive l'ode "A Bonaparte liberatore" che gli procurerà i primi fastidi politici, tanto che deve fuggire a Milano all'indomani del trattato di Campoformio. Da quell'evento nasce la diffidenza, che lo accompagnerà poi per tutta la vita, verso la politica di Bonaparte.Abolito il governo della Serenissima, a Venezia si fonda una municipalità provvisoria, Foscolo crede suo dovere ritornare nella sua patria di elezione, ricoprendo incarichi di governo, ma trovandosi spesso a protestare contro gli "ipocriti della libertà" tra cui mette lo stesso Alfieri.Venezia è ceduta all'Austria e Foscolo raggiunge Milano, dove diviene redattore del "Monitore italiano" e stringe amicizia con Vincenzo Monti, che ha conosciuto a Bologna. Nell'aprile di quell'anno 1798 il "Monitore" è soppresso e Foscolo perseguitato dalla polizia anche per aver fondato immediatamente l'"Italico", che il governo lascia vivere soltanto pochi mesi. Il bisogno economico lo porta nuovamente a Bologna, con un misero impiego, dove affida all'editore Marsigli una prima versione de "Le ultime lettere di Jacopo Ortis", poi completata dall'editore stesso, che ricorre al mediocre redattore Angelo Sassoli, per affrettarne l'uscita.Sono gli anni di un’intensa maturazione personale e letteraria: del 1800 è l'ode "A Luigia Pallavicini caduta da cavallo", del 1802 l'ode "All'amica risanata" e le "Poesie",che comprendono le due odi più dodici sonetti, tra cui i famosissimi "Alla sera", "A Zacinto", "In morte del fratello Giovanni". All'attività letteraria affianca l'impegno di combattente: al seguito del generale Macdonald è alla Trebbia; nel giugno del 1799, con le milizie cisalpine e francesi, è a Firenze, dove conosce il Niccolini; poi è a Genova, Nizza e di nuovo a Milano. In questi anni continua a dedicarsi all'Ortis, un libro-chiave, specchio di un'intera generazione, e che è più volte stampato e modificato nel corso degli anni.Dal 1804 al 1806, è in Francia al seguito dell'armata che sta progettando l'invasione dell'Inghilterra; inizia a tradurre "Il viaggio sentimentale" di Sterne. Nel 1807 vedono la luce i "Sepolcri"; nell'anno successivo ottiene la Cattedra di Eloquenza all'Università di Pavia, ma la cattedra è presto soppressa per motivi politici. Nel 1809 rappresenta l'"Aiace" alla Scala, tragedia che è definita dalle autorità: antinapoleonica. A Foscolo non resta che ricominciare la sua carriera di perseguitato politico nell'impero Napoleonico che ha tradito i suoi ideali. Nel 1812 scrive il suo ultimo capolavoro "Le Grazie", e segue le alterne vicende dell'impero fino a Waterloo. L'Austria, ottenuto il Lombardo-Veneto, chiede agli ex ufficiali napoleonici il giuramento di fedeltà, Foscolo si rifiuta di prestarlo e abbandona per sempre l'Italia, rifugiandosi prima in Svizzera e poi in Inghilterra.Comincia così il periodo più difficile della sua vita, nel corso del quale riscrive "Le ultime lettere di Jacopo Ortis" e vari saggi di letteratura italiana per riviste inglesi, unico modo, insieme ad alcune lezioni private di Italiano, per contrastare le avversità economiche che gli costano persino l'arresto per debiti, nel 1824. La morte lo colse il 10 settembre 1827, nei pressi di Londra, a Turnham Green ed è sepolto nel cimitero di Chiswick, da dove nel 1871, i resti sono trasportati a Firenze in Santa Croce.Pensare che vent’anni prima aveva scritto:
"Tu non altro che il canto avrai del figlio,o materna mia terra; a noi prescrisseil fato illacrimata sepoltura".
Niccolò Ugo Foscolo nacque a Zante (Zacinto), isoletta del mare Ionio dal medico veneziano Andrea e dalla greca Diamantina Spathis, il 6 febbraio 1778. Ha ricevuto la sua prima educazione a Spalato dove il padre è stato nominato direttore di quell'ospedale, frequenta gli studi nel seminario, ma alunno ribelle, ne è scacciato. In seguito alla morte del padre, avvenuta nel 1788, la vedova torna a Zante con i figli, dove si stabilisce in una catapecchia le cui finestre non avevano vetri. Ugo, che ha definitivamente rinunciato al suo primo nome, prende a frequentare caffè e circoli letterari tra cui quello della contessa Isabella Teotochi, amica di Pindemonte, che lo inizia capricciosamente ai segreti dell'amore e che gli è amante per cinque giorni, ma amica per tutta la vita. In quel periodo d’inquieta maturazione, il giovane poeta non sogna soltanto le Muse e le donne, ma si proclama rivoluzionario accostandosi alle idee di Robespierre, Rousseau e di Alfieri. Contemporaneamente frequenta saltuariamente l'Università di Padova dove i consigli del Cesarotti gli rivelano per primi la cupa teatraggine dell'Ossian e dello Young. Maggiore di sei figli, Ugo sente la responsabilità della “paternità fanciulla”. A diciannove anni scrive la sua prima tragedia, "Tieste" che, dopo nove rappresentazioni consecutive a clamor di pubblico, è consacrato autore di successo.Contemporaneamente, comincia il suo percorso politico all'insegna del giacobinismo, nel momento in cui Napoleone inizia ad esportare in Europa le idee della rivoluzione francese. Sempre nel 1797, in onore al popolo di Reggio Emilia che per primo ha accettato le idee rivoluzionarie, scrive l'ode "A Bonaparte liberatore" che gli procurerà i primi fastidi politici, tanto che deve fuggire a Milano all'indomani del trattato di Campoformio. Da quell'evento nasce la diffidenza, che lo accompagnerà poi per tutta la vita, verso la politica di Bonaparte.Abolito il governo della Serenissima, a Venezia si fonda una municipalità provvisoria, Foscolo crede suo dovere ritornare nella sua patria di elezione, ricoprendo incarichi di governo, ma trovandosi spesso a protestare contro gli "ipocriti della libertà" tra cui mette lo stesso Alfieri.Venezia è ceduta all'Austria e Foscolo raggiunge Milano, dove diviene redattore del "Monitore italiano" e stringe amicizia con Vincenzo Monti, che ha conosciuto a Bologna. Nell'aprile di quell'anno 1798 il "Monitore" è soppresso e Foscolo perseguitato dalla polizia anche per aver fondato immediatamente l'"Italico", che il governo lascia vivere soltanto pochi mesi. Il bisogno economico lo porta nuovamente a Bologna, con un misero impiego, dove affida all'editore Marsigli una prima versione de "Le ultime lettere di Jacopo Ortis", poi completata dall'editore stesso, che ricorre al mediocre redattore Angelo Sassoli, per affrettarne l'uscita.Sono gli anni di un’intensa maturazione personale e letteraria: del 1800 è l'ode "A Luigia Pallavicini caduta da cavallo", del 1802 l'ode "All'amica risanata" e le "Poesie",che comprendono le due odi più dodici sonetti, tra cui i famosissimi "Alla sera", "A Zacinto", "In morte del fratello Giovanni". All'attività letteraria affianca l'impegno di combattente: al seguito del generale Macdonald è alla Trebbia; nel giugno del 1799, con le milizie cisalpine e francesi, è a Firenze, dove conosce il Niccolini; poi è a Genova, Nizza e di nuovo a Milano. In questi anni continua a dedicarsi all'Ortis, un libro-chiave, specchio di un'intera generazione, e che è più volte stampato e modificato nel corso degli anni.Dal 1804 al 1806, è in Francia al seguito dell'armata che sta progettando l'invasione dell'Inghilterra; inizia a tradurre "Il viaggio sentimentale" di Sterne. Nel 1807 vedono la luce i "Sepolcri"; nell'anno successivo ottiene la Cattedra di Eloquenza all'Università di Pavia, ma la cattedra è presto soppressa per motivi politici. Nel 1809 rappresenta l'"Aiace" alla Scala, tragedia che è definita dalle autorità: antinapoleonica. A Foscolo non resta che ricominciare la sua carriera di perseguitato politico nell'impero Napoleonico che ha tradito i suoi ideali. Nel 1812 scrive il suo ultimo capolavoro "Le Grazie", e segue le alterne vicende dell'impero fino a Waterloo. L'Austria, ottenuto il Lombardo-Veneto, chiede agli ex ufficiali napoleonici il giuramento di fedeltà, Foscolo si rifiuta di prestarlo e abbandona per sempre l'Italia, rifugiandosi prima in Svizzera e poi in Inghilterra.Comincia così il periodo più difficile della sua vita, nel corso del quale riscrive "Le ultime lettere di Jacopo Ortis" e vari saggi di letteratura italiana per riviste inglesi, unico modo, insieme ad alcune lezioni private di Italiano, per contrastare le avversità economiche che gli costano persino l'arresto per debiti, nel 1824. La morte lo colse il 10 settembre 1827, nei pressi di Londra, a Turnham Green ed è sepolto nel cimitero di Chiswick, da dove nel 1871, i resti sono trasportati a Firenze in Santa Croce.Pensare che vent’anni prima aveva scritto:
"Tu non altro che il canto avrai del figlio,o materna mia terra; a noi prescrisseil fato illacrimata sepoltura".
Nenhum comentário:
Postar um comentário